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Chi siamo

La passione per la storia, per il collezionismo, per l’attività
(di Crotti Giancarlo)

 

 

Sin da ragazzino le scoperte geografiche, i pittori emiliani del Rinascimento, le battaglie e le grandi invenzioni suscitavano in me una curiosità ed un interesse tale da ritrovarmi spesso fra le sale dei musei e delle pinacoteche col desiderio e lo stimolo di ampliare le conoscenze ma anche per dare agli occhi la gioia di codeste bellezze del passato.

~ La storia ~

La storia, negli anni, ha cambiato i confini della geografia e le guerre, con le rivoluzioni e le prepotenze di qualsiasi genere fra i popoli, erano all’ordine del giorno e credere che fra le armate si potesse arrivare ad un’intesa onde evitare uno scontro, un assedio od una battaglia era impensabile poiché i combattimenti fra due eserciti andavano studiati strategicamente e nelle tantissime battaglie succedutesi nei secoli quelle di successione spagnola, avvenute nei primi tre lustri del Settecento nella Pianura Padana fra gli Alleati (Francia e Spagna) da una parte e gl’Imperiali (Austria) dall’altra, hanno polarizzato la mia attenzione perché l’allargamento delle coalizioni fra i due schieramenti avrebbe pregiudicato l’instabilità dell’assetto dell’Italia e quindi l’equilibrio europeo.
Fra i numerosissimi militari che presero parte a codeste grandi imprese belliche è doveroso ricordare il principe Eugenio Carignano di Savoia (Parigi 1663 Vienna 1736) generale italiano, al servizio dell’Impero nella guerra di successione spagnola, che ha saputo guadagnarsi la stima e l’ammirazione dei posteri schierandosi immancabilmente a cavallo fra le fila delle soldatesche.
Per il suo talento militare viene tuttora considerato uno dei più grandi strateghi di tutte le epoche tanto più che nelle armoniose tele del Settecento e nelle suggestive acqueforti incise dal maestro fiammingo Jan van Hughtembourgh vengono proprio messe in primo piano le dislocazioni delle truppe e gli schie ramenti che il principe era solito studiare prima di un evento bellico.
Tralasciando questo preambolo e ritornando indietro di due secoli bisogna sottolineare che con le scoperte geografiche i traffici mondiali più importanti, fino ad allora soprattutto terrestri, diventarono marittimi e le imbarcazioni divennero sempre più specializzate, ma per creare i tracciati di itinerari ed i limiti dei territori era indispensabile costruire la carta geografica che forniva al geografo tutte le conoscenze di base, il quale doveva poi avvalersi di tutte le informazioni utili apportate dagli esploratori o navigatori.
Con la scoperta dell’America del 1492 iniziò una stretta collaborazione fra il cartografo ed il navigatore per cercare di creare il reticolato grafico che permetteva di collocare nella giusta posizione tutti gli elementi che la carta stessa doveva contenere.
Matematici, astronomi, geografi e filosofi greci diedero alla cartografia le prime basi scientifiche necessarie per riportare con precisione e sicurezza i dati raccolti dai viaggiatori; Anassimandro di Mileto, discepolo di Talete, sembra aver costruito nel 575 a.C. la prima carta del mondo conosciuto e per primo Aristotele misurò l’angolo d’inclinazione dell’equatore sull’eclittica deducendo, persuaso della sfericità terrestre, l’esistenza di zone climatiche ovvero la zona intertropicale, le zone temperate e le calotte polari, mentre Eratostene nel II secolo a.C. definì per primo le relazioni matematiche che permettono di stabilire la rappresentazione su un piano della superficie sferica della terra e a seguire Claudio Tolomeo nel II secolo d.C., riprese tutte queste nozioni presentando un quadro preciso di tutte le conoscenze geografiche dei suoi predecessori.
Durante il medioevo, in Occidente, s’ignorò completamente questa sintesi; solamente con l’invenzione della bussola nel 1303 la cartografia fece nuovi progressi con un aumento della frequenza di navigazione che diede un importante impulso all’economia permettendo alle navi mercantili veneziane di raddoppiare il numero dei viaggi verso l’est del mediterraneo.
Con i viaggi del genovese Cristoforo Colombo (al servizio della Spagna), dei veneziani Giovanni e Sebastiano Caboto (al servizio dell’Inghilterra), dei portoghesi Vasco de Gama, Pedro Alvares Cabral e Ferdinando Magellano, dei fiorentini Amerigo Vespucci e Giovanni da Verrazzano vennero stampate le prime carte geografiche e nel 1569 Mercatore di Duisburg in Amsterdam pubblicò la prima edizione di un atlante nel quale venne utilizzato il suo reticolato di proiezione di tipo cilindrico isogonico.
Il Rinascimento ha lasciato sicuramente nell’Emilia un’impronta di grande rilievo sia nella pittura che nelle arti in genere e come cittadino di questa regione, anche se cadere in campanilismi gratuiti potrebbe risultare facile, vorrei sottolineare che qui il talento, l’ingegno e la saggezza erano in perfetta sintonia e prova di tutto ciò lo sono i preziosi poemi scritti da Ludovico Ariosto, da Alessandro Tassoni e le novecento tesi filosofiche lasciateci da Giovanni Pico della Mirandola oltre le pregiatissime tele custodite nelle pinacoteche di mezzo mondo create con grande maestria dalle mani dei ferraresi Giovanni Francesco Barbieri (detto il Guercino), da Giovanni De Luteri meglio conosciuto come Dosso Dossi e dai bolognesi Agostino, Ludovico ed Annibale Carracci nonché da Francesco Raibolini (soprannominato il Francia) senza tralasciare Guido Reni, Domenico Zampieri (il Domenichino), Francesco Albani, Alessandro Tiarini, Bartolomeo Passarotti e Prospero Fontana; nel modenese si distinsero Niccolò Dell’Abate e Jacopo Barozzi (il Vignola) per proseguire nel territorio reggiano con Lelio Orsi (Lelio da Novellara) ed Antonio Allegri (più comunemente conosciuto come il Correggio) per terminare nel parmense con Giovanni Lanfranco e Francesco Maria Mazzola (detto il Parmigianino).
Autorevoli incisori seicentisti, settecentisti ed ottocentisti di scuola fiamminga, alemanna ed italiana si sono ispirati ai dipinti dei maestri emiliani sopraccitati ed in una scala minore crearono vere opere d’arte contese da una vasta fascia di collezionisti che ancor oggi, dopo quasi quattro decenni, è piacevole rivederli alle mostre del libro antico e della stampa con tanta voglia di ricercare xilografie ed acqueforti di cartografia e vedutistica, piante prospettiche ed icnografiche di città dei migliori maestri europei.

~ Il collezionismo ~

Il 1977 mi diede modo di avvicinarmi alla grafica antica e fu l’anno in cui acquistai le prime sette acqueforti della mia collezione e precisamente una “Battaglia di Luzzara” dell’Hughtenbourg, una “Mirandola” del Salamanca, una “Regio ou Reggio” del BleawMortier , una “Battaglia di Guastalla” di Marcantonio dal Re, un “Corso del Po” del Seutter, un “Ducato di Modena” del Vandelli ed i “Dodici mesi” del Bartolozzi. Ogni collezionista predilige una o più tematiche sulle quali avere poi i contatti per allargare le conoscenze, ma riuscire a trasmettere agli altri le proprie emozioni e sensazioni credo sia una delle cose più difficili di questo mondo perché oltre a ricercarne la giusta sintonia bisogna intravedere in colui che sta di fronte una forte predisposizione per la storia, un interesse per il passato e per il territorio in genere.
Con la grande passione per la cultura alemanna, mi trovai a viaggiare spesso verso l’Austria e la Germania per scambiare coi collezionisti d’oltralpe interessanti tavole di grafica dal Correggio (un maestro conterraneo che ho nel cuore sin’ da piccino) offrendo loro incisioni di vedutistica transalpina e scene popolari tirolesi incise dal Deffregger, Schmidt, Paufinger, Diemer, Knabl, Krell, Grübhofer, Püttner, Voltz, Kirchner, Gratzner etc. cosicché nel 1981 decisi di aprire a Novellara una galleria d’arte cercando di creare anche qui in pianura un forte collezionismo e coloro i quali mi ascoltarono oggi posseggono, in ambito locale, collezioni invidiabili ricche di pezzi introvabili su Guastalla, Luzzara, Mirandola, Reggio, Parma, Modena, Mantova e suggestive cartografie con fregi gonzagheschi od estensi nonché dolcissime Madonne dal Correggio o putti dal Parmigianino che impreziosiscono l’arredamento di villette e corti di codeste città e cittadine dine padane che oserei definirle borghi.
Nel 1977 mi si presentò l’opportunità di visionare l’atlante in sei volumi “CIVITATES ORBIS TERRARUM” pubblicato a Colonia nel 1572 da Georg Braun con la stretta collaborazione di Frantz Hogenberg e Simon Neuvel cosicché non esitai ad acquistarlo; un lavoro di ricchissimo impegno editoriale che, oltre ad essere la prima opera rappresentata, è sicuramente la più bella raccolta di vedute di città europee.

~ L’attività ~

L’attività, iniziata nel 1977 è imperniata nella ricerca di stampe antiche e parallelamente nella produzione artigianale di cornici ubicata nella falegnameria fondata dal nonno nel 1920.
In codesti sette lustri abbondanti ho cercato di dare parallelamente spazio alla lavorazione di legni nobili (ciliegio e noce nazionale), molto diffusi nella pianura reggiana e mantovana abbattuti verso il 1970 in considerevole quantità con aceri, salici, olmi, peri, castagni selvatici, tigli, querce ed acacie per dar posto a nuovi vitigni ed altre coltivazioni il cui recupero è servito in parte come legno da ardere ed in parte trasformato in tavolame.
Nelle vecchie case coloniche ristrutturate si è cercato pure di recuperare travi e traversine di rovere cosicché gran parte di quest’altro legname è stato riutilizzato per costruire mobili più rustici, bancali per caminetti, tavernette ed infine cornici.
Naturalmente un po’ ovunque le famiglie rurali hanno seguito questa tradizione, mentre quelle nobili hanno da sempre prediletto noci nazionali e ciliegi; due essenze usate per la costruzione di prestigiosi mobili del Seicento e Settecento con stile e raffinatezza.
I modelli di mia produzione sono costruiti su misura e tutti perlopiù d’imitazione settecentesca (intarsiati e non), con incastri a spina o a coda di rondine verniciati tradizionalmente in gommalacca.
Evidentemente la cartografia padana, ovvero te acqueforti SUL CORSO DEL FIUME PO (in area reggianomantovana) e quelle a carattere agreste rispecchiano la civiltà contadina ed incorniciate con sobrietà ed eleganza risultano maggiormente apprezzate dalla clientela.
Dal Maggio 1981 al Settembre 2012 la Galleria d’arte CROTTI CORNICI & stampe antiche è sempre stata in Piazza Unità d’Italia, 41 a Novellara ma dall’Ottobre 2012 si è trasferita in via Gonzaga, 22 a pochissimi metri dalla Torre del Castello dei Gonzaga i cui portici periferici offrono nella prima Domenica di ogni mese il tradizionale MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO che nell’Aprile del 2016 festeggerà il trentennale con tante iniziative collaterali e dove all’interno della rocca medievale è possibile ammirare i tesori del Museo Gonzaga.

Onde facilitare la ricerca degli orari di apertura del museo stesso e delle concomitanti mostre culturali, gastronomiche e/o folkloristiche cliccando sui siti web www.comune.novellara.re.it - Contea di Novellara - Novellara e Lelio Orsi si sfoglieranno con piacere le pagine di codesta piccola e ricca contea del passato.

www.crottistampeantiche.it - crotti.g@libero.it

 

 

Seguono immagini fotografiche della preesistente Galleria d’arte e dell’attuale in via Gonzaga, 22
Ex galleria d’arte di Crotti Gian Carlo
in Piazza Unita’ d’Italia, 41 in Novellara

..dal 1° Maggio del 1981 al 30 Settembre del 2012
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dal 1° Ottobre del 2012 in via Gonzaga, 22

Crotti Giancarlo Cornici e Stampe Antiche
Laboratorio: in via don Pasquino Borghi, 11
[A 100 Mt. dalla rotonda della B.V. della Fossetta]
Galleria d’Arte: in via Gonzaga, 22

42017 - NOVELLARA (RE)
Tel e Fax 0522 65.42.61

Cell. 368 41.28.90
Cell. 328 738.99.30

P. IVA 00477060354

Cod. Fisc. ♦ CRT GCR 53E22 F960 Z

E-mail: crotti.g@libero.it
Web: www.crottistampeantiche.it

 

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